martedì, aprile 24, 2012

Marco Roncalli ai martedi Letterari del casinò di Sanremo


Nel Teatro dell’Opera del Casinò di Sanremo, oggi pomeriggio Marco Roncalli ha presentato la sua ultima fatica letteraria: ”Giovanni Paolo I. Albino Luciani.” L ‘autore è stato introdotto da Ito Ruscigni, curatore della rassegna.
La scheda del libro
A cent’anni dalla sua nascita esce una poderosa biografia documentata su Albino Luciani, diventato ” il papa dei trentatre giorni ” con il nome di Giovanni Paolo I. Dalla nascita, nel 1912, alla vigilia della Grande Guerra, sino all’addio, avvolto nel mistero, la notte del 28 settembre 1978, viene ripercorsa in queste pagine tutta la vita del terzo papa del ‘900 salito sulla cattedra di Pietro giungendovi da Venezia e che, dopo un conclave-record di 26 ore, disse ai cardinali elettori: “Cosa avete fatto? Che Dio vi perdoni …”. Frutto di un lavoro che ha valorizzato innanzitutto fonti scritte coeve, inediti scoperti in archivi inesplorati, risultati di diversi convegni , ma anche i ricordi più attendibili degli ultimi testimoni (compresi i segretari e i collaboratori di Luciani), con il riflettore puntato sul protagonista, ma allargato ai differenti contesti attraversati - ecclesiali, politici, sociali, culturali- l’autore segue qui il percorso di un uomo di Chiesa nei suoi snodi cruciali, compreso il Concilio Vaticano II, dove balena ,continuo, il confronto tra cattolicesimo e sfide della contemporaneità. Seguendo le tappe del figlio di Giovanni Luciani e Bortola Tancon, da Forno di Canale, terra di emigranti , dove germoglia la sua vocazione sotto la guida del parroco don Filippo Carli, sino al “labirinto di Crosso”, come egli stesso -appena eletto papa- definì il Vaticano, il lettore scopre, nel segno dell’obbedienza e dell’umiltà, un ininterrotto servizio: alla Chiesa e agli uomini. Dall’infanzia al lungo periodo in seminario come studente, docente , vicerettore , sino agli anni dell’ occupazione nazista , della Liberazione e del dopoguerra che vedono il nostro pro vicario e vicario generale tra i vescovi Bortignon e Muccin.
Dagli undici anni di azione pastorale come vescovo a Vittorio Veneto tesa a contrastare la secolarizzazione, a condividere le emergenze occupazionali , a rispondere a crack finanziari che coinvolgono la sua diocesi , ad interrogarsi su tanti temi -la contraccezione , la costruzione delle moschee, l’esperienza dei preti operai, l’apertura “a sinistra” della Dc, ecc. - sino a quelli del patriarcato veneziano avviato nel 1970, con tutto quello che accadde nella laguna e in Italia: le incomprensioni egli attriti con il clero e il laicato cattolico, le distorte recezioni del Vaticano II (nelle aree dei movimenti del dissenso o dei gruppuscoli uniti da nostalgie preconciliari) che videro gli energici interventi del patriarca dilatati ai problemi del divorzio e dell’aborto, dell’inconciliabilità di marxismo e cristianesimo , del terrorismo, delle banche cattoliche. Poi, dopo una visita Fatima e un incontro con suor Lucia dos Santos , alla quale – senza prove - si attribuisce la duplice profezia del papato e della morte, la meteora dei trentatre giorni : sufficienti a ribadire l’essenzialità del messaggio evangelico con richiami alla povertà mentre la gestione delle finanze vaticane, a partire dallo Ior di Paul Marcinkus, attendeva ordine. Ma, soprattutto il ritratto a tutto tondo di un papa che indicò il programma palesato dalla scelta inusuale del nome : la continuazione del lavoro dei predecessori e del Concilio. Un discorso che valeva anche nelle relazioni con i Paesi dell’Est. L’avevano intuito anche a Mosca dove alla sua elezione partirono telegrammi riservatissimi . Un papa che si rivolse a tutti nella semplicità, parlando subito in prima persona (“ieri mattina sono andato alla Sistina a votare….,mai avrei immaginato..”), allarmando i ambienti della curia romana e della diplomazia; che fece dichiarazioni fonti di polemiche sul piano teologico o politico (“Dio…è papà; più ancora è madre” , “È, invece, errato affermare che la liberazione politica, economica e sociale coincide con la salvezza in Gesù Cristo, …. che Ubi Lenin ibi Ierusalem “), che lavorò per la pace (dal Libano al conflitto tra Argentina e Cile); che chiamò i bambini a dialogare in pubblico nelle sue catechesi; che incontrò l’uomo- ponte fra il Patriarcato di Mosca e il Vaticano ai tempi di Paolo VI, quel metropolita Nikodim mortogli fra le braccia in udienza , quasi il prologo del giallo o del noir che fu imbastito -senza riscontri- sulla sua morte improvvisa.
Marco Roncalli, saggista, ha al suo attivo una ventina di volumi dedicati in particolare alla storia del Chiesa e della cultura del Novecento. Tra le ultime opere la biografia mondadoriana dedicata ad un altro pontefice , Giovanni XXIII. Angelo Giuseppe Roncalli Una vita nella storia.

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