martedì, febbraio 28, 2012

GLI ARCHITETTI GENOVESI PAOLO BRESCIA E TOMMASO PRINCIPI HANNO VINTO IL WAN AWARDS A LONDRA

Giunta alla sua terza edizione, il WAN AWARDS ( http://www.worldarchitecturenews.com/ ) premia gli architetti che con il loro design sono diventati punti di riferimento della comunità internazionale di architettura.
Dopo Sir Norman Foster, Kengo Kuma , SOM Skidomore Owings & Merrill, vincitori delle scorse edizioni, quest’anno il premio verrà consegnato a Londra ai genovesi Paolo Brescia e Tommaso Principi dello studio d’architettura OBR ( http://www.obr.eu/ ) allievi di Renzo Piano.
Sempre a Londra Brescia e Principi sono stati recentemente premiati come overall winner del prestigioso LEAF AWARDS ( http://en.wikipedia.org/wiki/LEAF_Award ).
«è stata una vera sorpresa! Ma la soddisfazione maggiore per noi è costatare oggi gli effetti allargati prodotti dal progetto, oltre i propri limiti fisici, nel creare il senso di comunità da parte degli abitanti – hanno commentato i due architetti - nel complesso residenziale si è attivato, infatti, un fenomeno di auto-indentificazione da parte degli abitanti nei confronti della propria abitazione, come se la casa, benché parte di un complesso unitario, diventasse un modo per esprimere la propria identità individuale in un sistema di valori condivisi»
“Milanofiori Residential Complex is the perfect example of the vibrant relationship between architecture and nature” (il complesso residenziale di Milanofiori è il perfetto esempio di vibrante relazione fra architettura e natura, tdr) si legge nelle motivazioni rilasciate dalla Giuria.
Il progetto delle residenze di Milanofiori nasce dal concorso di idee indetto nel 2005 da Milanofiori 2000 S.r.l., società del Gruppo Brioschi Sviluppo Immobiliare di Milano, e vinto da OBR con sede a Genova e Londra, che ha poi sviluppato il progetto in collaborazione con Favero & Milan Ingegneria , Studio TI e Buro Happold, poi realizzato da Marcora–Cile.
Secondo le intenzioni dei progettisti di OBR, attualmente coinvolti in diversi programmi a valenza pubblica e sociale nel panorama internazionale, il progetto delle residenze ricerca la simbiosi tra architettura e paesaggio, affinché dalla sintesi degli elementi artificiali e naturali si generino la qualità dell’abitare ed il senso di appartenenza da parte degli abitanti.
L’interfaccia tra giardino e residenze diviene il campo d’azione nel quale si genera interazione tra uomo e ambiente. Questa interfaccia avviene grazie alla porosità tra interno ed esterno che qualifica tutti i 107 appartamenti del complesso residenziale.
Verso il parco la facciata è costituita da un sistema continuo di serre bioclimatiche sulle quali figura e sfondo invertono continuamente i propri ruoli, producendo effetti caleidoscopici creati dalla sovrapposizione della riflessione del giardino pubblico esterno con la trasparenza dei giardini privati interni.
La serra bioclimatica, che caratterizza ogni unità abitativa, assume una doppia valenza: ambientale di termoregolazione ed architettonica di estensione dello spazio interno dell’abitazione verso il paesaggio esterno e viceversa, con modalità d’uso diverse tra estate ed inverno.
Attraverso la sovrapposizione tra diversi layers (il parco pubblico e i giardini privati), il progetto ricerca una sorta di olismo naturale, in cui l’interazione tra i vari livelli naturali produce all’interno delle abitazioni un paesaggio intensivo personalizzabile direttamente dall’abitante, generando in questo modo un rinnovato senso di comunità legato a nuovi valori di tipo ambientale.
In linea con le mutazioni dei modi di abitare contemporaneo, le residenze di Milanofiori sono abitazioni sensibili in perpetua evoluzione, un organismo che interagisce in virtù degli scambi dinamici tra uomo e ambiente.

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