venerdì, aprile 30, 2010

Parte la campagna referendaria “L’acqua non si vende”

Ecco i luoghi nei quali, il 1° maggio si potrà firmare in provincia di Imperia:
IMPERIA – ONEGLIA
Sabato 1 maggio dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19 in Via S. Giovanni
DIANO MARINA
Sabato 1 maggio dalle 15 alle 19 in P.za Comune
TAGGIA
Sabato 1 maggio dalle 10 alle 18 ad Arma presso l’ex passaggio a livello/pista ciclabile
SANREMO
Sabato 1 maggio dalle ore 10 alle ore 19, via Escoffier (traversa di Via Matteotti)
OSPEDALETTI
Sabato 1 maggio nei pressi del bar La Bussola in piazza IV novembre e alla biblioteca civica di Ospedaletti
BORDIGHERA
Libreria “Amico libro” in Via Vittorio Emanuele II, 30, dal consigliere comunale Corrado Ramella, (negli orari di apertura)
(Manuela Pavarini)
VENTIMIGLIA
Sabato 1 maggio dalle 10 alle12 e dalle 15 alle 19 - Passeggiata Oberdan-Resentello
Inoltre:
VALLECROSIA
lunedì 3 maggio dalle 9 alle 12 per il mercato settimanale, via Col. Aprosio-Solettone
Per firmare è necessario avere un documento di identità.
Perché un referendum?
Perché l’acqua è un bene comune e un diritto umano universale. Un bene vitale che appartiene a tutti. Nessuno può appropriarsene, né farci profitti. L’attuale governo ha deciso di consegnarla ai privati e alle grandi multinazionali. Ora possiamo impedirlo mettendo la nostra firma sulla richiesta di referendum e votando SI quando, nella prossima primavera, saremo chiamati a decidere.
E’ una battaglia di tutti i cittadini.
Perché tre quesiti?
Perché vogliamo eliminare tutte le norme che in questi anni hanno spinto verso la privatizzazione dell’acqua. Perché vogliamo togliere l’acqua dal mercato e i profitti dall’acqua.
· Referendum 1 - fermare la privatizzazione dell’acqua: riguarda l'abolizione dell'articolo 23 bis, il dispositivo della legge Ronchi che impone ai Comuni la messa a gara - e quindi la mercificazione - della gestione delle risorse idriche,
· Referendum 2 - aprire la strada della ripubblicizzazione: riguarda l’eliminazione della gestione del servizio idrico da parte di società di capitali favorendo quindi la gestione attraverso enti di diritto pubblico (azienda speciale, azienda speciale consortile, consorzio fra i Comuni),
· Referendum 3 - eliminare i profitti del bene comune acqua: riguarda la remunerazione del capitale investito. E' quella quota del 7% che garantisce sempre e comunque il profitto alle società per azioni che gestiscono l'acqua. L'abolizione di questa norma comporterà come conseguenza il ritorno al sistema pubblico, poiché farà venir meno l'interesse delle imprese a gestire le risorse idriche ottenendo profitti nei propri bilanci.
Cosa vogliamo?
Vogliamo restituire questo bene vitale alla gestione collettiva. Per garantirne l’accesso a tutte e tutti. Perché la gestione dell’acqua in mano ai privati porta - lo dice l’esperienza - aumento delle tariffe e qualità inferiore.
Per conservarla per le future generazioni. Vogliamo una gestione pubblica e partecipativa.
Si scrive acqua, ma si legge democrazia.
Quella che stiamo iniziando è una battaglia di civiltà. Tutti i cittadini sono invitati a partecipare. Nessuno si senta escluso.

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