martedì, marzo 30, 2010

LELLA COSTA presenta “LA SINDROME DI GERTRUDE-QUASI UN’AUTOBIOGRAFIA”

In veste di scrittrice Lella Costa si presenta al pubblico di “Fughe di Karta” per il quarto appuntamento della serie, in programma sabato 17 aprile, alla Chiesa Anglicana di Bordighera. Abbandonando le tradizionali vesti di attrice e cabarettista, la Costa si cimenta in una sorta di autobiografia (scritta insieme ad Andrea Casoli), dove, a briglia sciolta, racconta di sé e dei tantissimi incontri che hanno caratterizzato un percorso umano e artistico fertilissimo. Perfino inutile evidenziare che l’incontro, condotto come sempre da Claudia Claudiano, offrirà al meglio la verve e la straordinaria carica ironica dell’attrice milanese, sempre amatissima da un pubblico trasversale.
“Siamo stati molto contenti dell’esito ottenuto fino ad oggi -afferma l’Assessore alla Cultura Ugo Ingenito- con una serie di incontri che hanno unito la popolarità degli autori alla loro capacità comunicativa, apprezzata da un pubblico sempre numeroso. Così sarà anche in questa circostanza…”.
“Fughe di karta” giunta quest’anno alla sua terza edizione, è iniziativa voluta dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Bordighera: si articola in cinque momenti (uno al mese) da gennaio a maggio. Terminerà sabato 8 maggio con lo psicologo e opinionista televisivo Alessandro Meluzzi.
Il libro: La sindrome di Gertrude-Quasi un’autobiografia
Dalla quarta di copertina: GERTRUDISMO s.m. Neologismo liberamente ispirato al noto personaggio manzoniano, indica la tendenza compulsiva a tratti patologica a rispondere affermativamente a proposte, richieste e provocazioni, quasi mai valutandone con attenzione le conseguenze. La risposta non comporta necessariamente sventura, talvolta qualche ripensamento.
Lella Costa ha preso a prestito il noto personaggio manzoniano, anche noto come la Monaca di Monza, per connotare questa esperienza letteraria, della quale lei stessa ci parla. “Capita di rispondere di sì a uno che invece si farebbe meglio a ignorare. Per passione, per noia, per ribellione, per curiosità, per sfinimento, perché si sa resistere a tutto tranne che alle tentazioni. Ecco, io più o meno funziono così: quando mi chiedono qualcosa, tendo a rispondere di sì. L’idea che a qualcuno possa interessare un libro su di me, detto tra noi, continua un po’ a turbarmi. Però in fondo mi piace, e anche tanto, e mi lusinga un po’, anzi parecchio. A patto, naturalmente, che sia chiaro in partenza ciò che questo libro non è e non vuole essere: niente agiografia, niente pettegolezzo, niente eccesso di autoreferenzialità; piuttosto il gusto di provare a raccontare quella sorta di molteplicità che ha finito per caratterizzare la mia vita”.
Dunque, in sintesi, in questo libro la Costa si diverte a raccontarci di carcere e cinema, scarpe e solidarietà, teatro e teiere, musica e memoria, doppiaggio e diritti civili; ma anche di musicisti, attrici, cantante, scrittori, poetesse, stilisti (wow!), soubrette, registi, chirurghi, e soprattutto di quegli esseri di sovrumana generosità che vanno sotto l’etichetta riduttiva di “pubblico”.

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