martedì, febbraio 24, 2009

Fughe di Karta Seconda Edizione: arriva Caprarica

Il secondo appuntamento di "Fughe di Karta" segna il ritorno dell'ospite che nella precedente edizione della rassegna aveva saputo registrare il massimo afflusso di pubblico. Antonio Caprarica, un passato di corrispondente Rai da Mosca, Londra e Parigi, un presente come Direttore dei giornali-radio Rai si concentra questa volta sul cosiddetto "Bel Paese" o meglio sul nostro controverso popolo, dopo aver affrontato nei precedenti fortunati libri la disamina su francesi e inglesi. Una nuova occasione per essere a contatto con il suo umorismo, la sua ironia, la sua sterminata cultura senza frontiere, questa volta concentrata in un'appassionante analisi su "no' altri".
Introdurrà l'incontro Claudia Claudiano che è curatrice del ciclo insieme ad Angelo Giacobbe per iniziativa del Comune di Bordighera - Assessorato alla Cultura.
Il prossimo appuntamento di "Fughe di Karta" è previsto venerdì 27 Marzo con lo scrittore-autore televisivo-attore-umorista Bruno Gambarotta.
La leggenda, o forse la retorica, vuole gli italiani "brava gente": accoglienti e generosi, poveri ma belli, gaglioffi ma simpatici, ricchi di inventiva e maestri nell'arte di vivere e amare. Una tradizione, sostenuta anche da connazionali illustri, li dipinge invece furbi, cinici e conformisti, insofferenti alle regole e privi di senso civico. Chi siamo dunque noi italiani? È possibile tracciare un profilo veritiero, che eviti la trappola del moralismo come l'esercizio, così diffuso, dell'autodenigrazione? Antonio Caprarica ha voluto provarci in questo volume, sottoponendosi di buon grado alla pratica dell'autocoscienza, osservando il Bel Paese quanto più spassionatamente possibile e dalle più diverse prospettive. Ecco dunque la lotta politica del Nord contro il Mezzogiorno e il federalismo gastronomico, con la pacifica convivenza delle straordinarie cucine regionali; la persistente fedeltà nei confronti della famiglia, fonte, da oltre cinquecento anni, non solo di stabili affetti, ma, se appena si può, di prebende e sinecure, cattedre universitarie, alloggi e impieghi; la scomparsa dei grandi imprenditori e il diffondersi dei "capitalisti di papà", con le loro piccole aziende controllate dalla parentela; il culto della bellezza e l'indifferenza per gli scempi ambientali; la maleducazione imperante dalla strada al Parlamento.

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